THE PERKS OF BEING A WALLFLOWER

(Noi Siamo Infinito)

di Stephen Chbosky
con Logan Lerman, Emma Watson, Ezra Miller

perks_of_being_a_wallflower_3“Right now we are alive and in this moment I swear we are infinite.”
Per una volta il titolo italiano mantiene l’atmosfera e la poeticita’ di questo sorprendente film di Spephen Chbosky, basato sul suo libro e sulla sua vita. Un’apologia dell’amicizia, dell’amore, di emozioni che non si rivivranno mai piu’ una volta cresciuti e persi nel mondo reale.

Charlie e’ un ragazzino al primo anno di scuole superiori, introverso, timido e impacciato, ma brillante e sveglio. Ci pensano Patrick e Sam a prenderlo sotto la loro protezione e insegnargli come si sta al mondo. Tra riflessioni poetiche, primi baci e confusioni esistenziali, Charlie dovra’ affrontare situazioni che gli cambieranno per sempre la vita.

TBOBAWThe Perks of Being a Wallflower e’ un film sorprendente per profondita’, dialoghi e resa emotiva, ma i vari personaggi sono anche troppo “belli”, carismatici e intriganti per fallire nell’impresa di piacere a un pubblico di tutte le eta’. E’ un film con ragazzini, ma non e’ per ragazzini. Come ho letto da qualche parte, e’ un film per chi e’ stato ragazzino almeno una volta nella vita, ed e’ vero.
Ambientato negli anni novanta, TPOBAW mostra e fa rivivere tempi in cui avere amici (veri e in carne e ossa, non inteso come oggi) era la cosa piu’ importante al mondo, tempi in cui una canzone ti segnava indelebilmente un periodo della tua vita, tempi in cui registrare e regalare cassette era il gesto piu’ romantico e significativo che ci fosse. Oggi purtroppo tutto questo si e’ perso, non c’e’ piu’ contatto umano, non ci si scambia piu’ emozioni, ma likes&emoticons&tweets, inaridendo inevitabilmente le relazioni e le amicizie.
Ezra Miller si riconferma attore da tenere d’occhio, dopo City Island, After School e We Need to Talk About Kevin, e in un ensemble di svariati e vari personaggi il suo Patrick si erge indubbiamente al di sopra di tutti. Emma Watson deve purtroppo ancora scrollarsi di dosso la faccia di Hermione Granger, ma data la giovane eta’ e le notevoli doti, non ci mettera’ molto a crearsi una sua nuova identita’. Il giovane Logan Lerman e’ perfetto nei panni di Charlie, e nonostante il suo personaggio sia il meno appariscente, riesce a dargli una forza non facile da trasmettere.
Un film destinato a essere citato e ammirato da adolescenti che si rivedranno in situazioni quotidiane (ma molto piu’ “normali”), ma anche da chi adolescente non lo e’ piu’, grazie a una efficacia visiva e narrativa che non appesantisce e fa venire la pelle d’oca in piu’ di una occasione.
Quando la vita veniva vissuta senza la paura del domani, quando si aveva la sensazione che si potesse fermare un attimo in eterno. Noi siamo infinito.

VOTO: 7

BLUE VALENTINE

di Derek Cianfrance
con Ryan Gosling, Michelle Williams, John Doman

blue valentineNon capisco come mai questo film del 2010 esca adesso in Italia e tanto piu’ il giorno di San Valentino. Forse il titolo trae in inganno, ma Blue Valentine non e’ un film per coppiette la sera del 14 Febbraio, e non e’ da prendere alla leggera.

Dean e Cindy sono sposati e hanno una figlia, Frankie, ma il loro matrimonio sta lentamente andando alla deriva. Per ragioni al di la’ dell’affetto e dell’amore, i due inziano a viaggiare su due diverse lunghezze d’onda e sara’ complicato ritornare a com’era in passato o a migliorare per un futuro felice.

Blue Valentine e’ un pugno nello stomaco, toglie l’appetito e fa ricredere sul significato di “relazione”. Costruito a incastro tra presente e futuro, il film racconta in maniera cruda, diretta, essenziale e per niente patinata la storia dei due protagonisti fin dal primo incontro. Le vite di Dean e Cindy sono state segnate da pesanti traumi ed entrambi faticano a lasciarsi veramente andare alla vita e alla felicita’. In un presente dominato da colori squallidi e comportamenti altrettanto gretti, i due si trascinano verso un abisso di sofferenza e disillusione che pare non abbia fine. Il passato, invece, appare piu’ luminoso e pieno di speranza e ottimismo, ma non basta ricordarlo tale per poter affrontare il futuro serenamente. Ryan Gosling e Michelle Williams offrono un’interpretazione straziante e straordinaria, senza timore di mostrarsi troppo o di eccedere in realismo emotivo.
Alcune sequenze vengono imposte allo spettatore con inquadrature fisse che non offrono via di fuga, ma la difficile e tormentata storia d’amore di Dean e Cindy stringe il cuore ed e’ di quelle che catturano l’attenzione e non fanno mai staccare gli occhi dallo schermo. Insieme affondano lentamente e inesorabilmente in sabbie mobili dalle quali sara’ fatica risalire, ma grazie alla piccola Frankie non e’ detto che non rimanga un piccolo spiraglio di speranza a cui aggrapparsi.
O almeno e’ quello che mi piace pensare.

VOTO: 7

ZERO DARK THIRTY

di Kathryn Bigelow
con Jessica Chastain, Joel Edgerton, Chris Pratt

0Dark30Appena iniziano a scorrere i titoli di coda si fa fatica ad alzarsi a cuor leggero.
L’ultima inquadratura fissa su Maya e’ probabilmente il momento piu’ toccante e rivelatorio di un film altrimenti eccessivamente confuso, verboso e forse appesantito dalle polemiche circa le torture e la veridicita’ di alcune sequenze.

Maya e’ un’agente della CIA che ha dedicato la sua vita professionale a Osama Bin Laden e sara’ lei a prendere le redini dell’operazione piu’ importante e rischiosa degli anni post 11 Settembre.

Dopo il grande successo di The Hurt Locker, Kathryn Bigelow torna a raccontare la guerra moderna, e questa volta da un punto di vista molto ben definito. Maya e’ il cuore e la mente dell’operazione che ha portato alla cattura di Bin Laden, e con lei viviamo gioie, frustrazioni, tragedie e incognite esistenziali. Mantenendo uno stile tra Black Hawk Down, Salvate il Soldato Ryan e il suo The Hurt Locker, Kathry Bigelow e’ attenta a costruire la suspense per il gran finale della cattura, cosi come non esita a mostrare atroci torture e attentati per non farci mai dimenticare che stiamo assistendo una storia veramente accaduta. Non ci si affeziona a nessun personaggio, tranne a Maya perche e’ l’unica su cui sono continuamente puntati i riflettori, ma e’ proprio la gran varieta’ di nomi, persone, eventi tra passato e presente, che rendono Zero Dark Thirty poco empatico e a tratti, specialmente la prima parte, difficile da seguire. Una volta entrati nella storia e nella mentalita’ contorta degli agenti della CIA, pero’, la tensione sale e culmina nella spettacolare sequenza finale della cattura. Un mix di camera a mano, effetti speciali, montaggio frenetico e dialoghi essenziali, rende i 25 minuti del blitz intensi e al cardiopalma, ma non abbastanza per vendere il film interamente su di una sequenza soltanto. E’ un degno finale per un film ben costruito, duro e che non risparmia niente a nessuno. Ma e’ l’inquadratura finale che veramente chiude il cerchio e lascia di sale. Un punto interrogativo, uno sguardo e un silenzio che valgono piu’ di quasi tre ore di dialoghi frenetici ed esplosioni.
E adesso dove andiamo?

VOTO: 6.5